In questa epoca di emergenza globale pandemica e ambientale, un dipartimento sulla sostenibilità potrà contribuire attraverso tre strategie interdipendenti: la formazione, la ricerca, con un orizzonte internazionale, e la terza missione con un orizzonte anche locale e regionale.
L’analisi della complessità delle interrelazioni disciplinari descritte nei paragrafi precedenti è in realtà ancora poco più che una dichiarazione di principio, per quanto largamente condivisa dalla comunità scientifica. Infatti, mentre esistono ambiti per i quali l’approfondimento scientifico e concettuale è soddisfacente, nonché accompagnato da uno sviluppo tecnologico rilevante, altri ambiti sembrano essere toccati in modo più o meno strutturato e sviluppato dalla riflessione scientifica ma non (ri)compresi e integrati nella sfera economica e sociale, altri ancora in uno stato ancora potenziale.
Un esempio di ambito che ha raggiunto un livello di maturità soddisfacente su più contesti è quello dell’economia circolare, nel quale lo sviluppo tecnico-scientifico è accompagnato da un approfondimento della riflessione sulle opportunità economiche e di impresa, sebbene la revisione del ciclo dei rifiuti nell’ottica delle 3R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare) abbia rappresentato e presenti tuttora problematiche di grandissima importanza, da affrontare con gli strumenti economici, giuridici, sociali e tecnologici del nostro sapere.
Tra gli ambiti che non hanno ancora raggiunto uno stadio pienamente maturo su tutti gli scenari del sapere coinvolti nell’approccio sistematico alla sostenibilità possiamo annoverare:
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il rapporto fra salute e sostenibilità. Per esempio, le complesse relazioni fra salute e indirizzi dietetici suggerirebbero scelte alimentari che coinvolgono direttamente il mondo della produzione, con un impatto rilevante su determinanti importanti del cambiamento climatico, oltre che sul paesaggio;
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il rapporto fra salute e mobilità, con le sue complesse interazioni tra industrie del trasporto e politiche pubbliche;
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l’ambito trasversale, per lo più ancora inesplorato, della comunicazione: il percorso verso un mondo più sostenibile, che coinvolge direttamente le scelte e i comportamenti individuali, è difficilmente concepibile senza lo sviluppo di forme di comunicazione originali, che sappiano conciliare la complessità della realtà con la semplicità necessaria del messaggio;
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il variegato mondo dei rifiuti, agrozootecnici e urbani, con lo scopo di contribuire alla loro trasformazione da problema ambientale ad opportunità economica;
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il tema delle energie rinnovabili e quello dei nuovi materiali a bassa carbon footprint, dal ridotto impatto energetico e ambientale o idonei per lo sviluppo vantaggioso di processi green per applicazioni sia nel campo industriale sia in quello della salute;
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le applicazioni dell’intelligenza artificiale a tutti i modelli di transizione ecologica
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la sostenibilità nel settore agri-food e i benefici per la biodiversità animale e vegetale.
Questi pochi esempi, non esaustivi della progettualità del dipartimento, devono creare le condizioni per una fattiva interazione fra ambiti, settori e discipline.
Previa rigorosa mappatura delle competenze specialistiche presenti nel nuovo dipartimento, valorizzare la matrice essenzialmente multidisciplinare già connotata da numerosi ed efficaci scambi ed interazioni tra i colleghi di diversi ambiti di ricerca, in accordo con il piano strategico di Ateneo;
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promuovere i rapporti con i docenti che si occupano di sostenibilità presso gli altri dipartimenti UPO e con gli altri atenei che in Italia e all’estero lavorano su temi affini.
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identificare un ruolo per tutti i docenti che aderiranno al nuovo dipartimento nell’ambito di un progetto comune, fondato sullo studio delle interrelazioni della propria disciplina con le altre, permettendo a ciascun ricercatore di scegliere se inserirsi direttamente nella dimensione “trasversale”, contribuendo a ragionare sulla strutturazione del modello, o dedicarsi a uno degli ambiti di studio più specifici e tradizionali riconosciuti dai vari livelli di valutazione (VQR, ASN ecc.);
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diventare la base per l’elaborazione di una modellistica sulla sostenibilità. Per modellistica intendiamo un approccio basato su parametri quali-quantitativi e modelli algoritmici che metta in relazione i diversi fattori implicati nella sostenibilità e che sia in grado di prevedere l’impatto della variazione di uno o più fattori sugli outcome, utilizzando tecniche e modelli di simulazione come metodo di lavoro Ciò permetterebbe una più facile interazione con i vari policy maker e stakeholders per l’analisi di scenari da porre alla base delle decisioni e degli strumenti per valutare l’impatto, l’efficacia e l’efficienza dei propri interventi;
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costituire nel tempo un team di ricerca qualificato ad intercettare finanziamenti in linea con la mission del dipartimento;
Tale progetto andrà affrontato con gradualità; da una base di partenza che studi l’interazione di poche variabili in un contesto specifico già particolarmente delineato (ad esempio l’ecosistema del riso e di altri cereali, gli impatti più diretti delle scelte alimentari o lo sviluppo integrato dell’economia circolare fondato sui rifiuti come materie prime seconde) potranno via via essere aggiunti livelli di interazione con altri fattori, in modo da far progredire il modello nel tempo nella sua capacità di adattamento a scenari dinamici e a valenza generale.
ll dipartimento intende promuovere l’istituzione, in accordo con il Piano Strategico, di una terza facility di Ateneo per il fund raising: questa sarà localizzata a Vercelli e si occuperà, oltre che agli altri temi, anche di quelli propri della sostenibilità. Nel prossimo futuro, infatti, dovrebbero essere disponibili ingenti investimenti per la ricerca su questo tema, ed è necessario armarsi per essere in grado di intercettarli. Operando in rete sia con l'Ufficio ricerca di Ateneo sia con gli uffici ricerca e i ricercatori dei dipartimenti, la sua attività dovrà essere utile a tutte quelle discipline che hanno attinenze dirette o indirette con il tema generale della sostenibilità.
Il Piano strategico di Ateneo 2019-2024 delinea la missione, la visione, gli indirizzi strategici e gli obiettivi dell’ateneo. L'attuale versione del Piano è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 21 dicembre 2018, dopo il parere favorevole del Senato accademico. La documentazione del Piano Strategico 2019-2024 e della Scheda documenti programmatici può essere visualizzata alla seguente pagina.
Piani Triennali di Dipartimento
I Piani Triennali dei Dipartimenti discendono direttamente dal Piano strategico e delineano la missione, la visione, gli indirizzi strategici e gli obiettivi dei Dipartimenti. Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 23.09.2022 ha deliberato il Piano Triennale del Dipartimento.